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Free Counter Luca Macchi: August 2018

Monday, August 13, 2018

Paradossi temporali: con l'interpretazione a molti mondi non sono più un problema

          Nel 1957 il fisico e matematico Hugh Everett III espose la teoria dell'Interpretazione a molti mondi, secondo cui ogni evento è un punto di diramazione dal quale nascono N universi paralleli, ciascuno caratterizzato dai diversi esiti dell'evento di partenza; per fare un esempio, se mi trovo a un bivio e decido di andare a sinistra, automaticamente si creerà un universo parallelo in cui vado a destra.

          Uno dei sogni più "fantascientifici" dell'uomo è quello di poter viaggiare nel tempo.

          Anche se, a livello puramente teorico, spostarsi nel futuro non dovrebbe comportare grossi problemi, andare nel passato potrebbe dare adito ai cosiddetti paradossi temporali.

          Un paradosso temporale è un paradosso legato al tempo o all'ipotetica possibilità di viaggiare nel tempo, in violazione al principio di causalità, come ad esempio il celeberrimo Paradosso del nonno: supponiamo che torni indietro di una cinquantina d'anni e decida di uccidere mio nonno, ciò mi porterebbe a una contradizione logica.
1) Ho ucciso mio nonno;
2) quindi non è più nato mio padre, quindi nemmeno io;
3) quindi, non essendo mai nato, io non esisto;
4) se non esisto, com'è possibile che sia riuscito a uccidere mio nonno?

          Secondo le varie formulazioni della Teoria del multiverso, che postulano l'esistenza di universi coesistenti fuori del nostro spaziotempo, quindi anche l'Interpretazione a molti mondi, ciò è però un problema inesistente in quanto durante un eventuale viaggio nel tempo non si viaggerebbe di fatto nel tempo ma tra gli universi. Con la differenza, però, che un universo è sfasato temporalmente rispetto a quello di origine.